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Che cosa ci riserva il futuro dell’energia?

Prima della pandemia da Covid-19 potevamo osservare un panorama di transizione verso le energie rinnovabili, con un graduale abbandono del carbone e combustibili fossili, senza enormi difficoltà. La pandemia prima e la guerra in Ucraina poi, hanno rimescolato tutte le carte e la strada verso la transizione energetica ha subito un cambiamento che ancora non riusciamo quantificare.

Da un lato, qualcuno chiede un ritorno alle centrali al carbone, che erano state soppiantate da quelle a Gas Metano, sicuramente meno inquinante, ma che rende l’Europa troppo dipendente dai gasdotti russi. Qualcun altro auspica l’utilizzo di centrali nucleari che, anche se di nuova generazione e meno pericolose di quelle attualmente in funzione, necessitano di anni per la loro realizzazione e non risolvono il problema delle scorie radioattive che andremmo a produrre e che devono essere in qualche modo smaltite. Anche l’utilizzo del Gas Liquido americano non risolve il problema: oltre a dover costruire molti rigassificatori, investendo tempo e risorse, non saremmo comunque autosufficienti. Si tratterebbe quindi solo di cambiare paese fornitore, dovendo subire le scelte del nuovo Padrone.

Gli investimenti sono necessari per la ricerca, per superare questo difficile momento che potrebbe mandare a gambe all’aria l’economia di molti paesi energivori. Da un lato è necessario sopperire alla mancanza del gas russo per l’inverno prossimo, dall’altro il governo dovrebbe accelerare la transizione semplificando la burocrazia che da sempre ci attanaglia.

Sarebbero da subito disponibili Eolico e Fotovoltaico: sembra infatti che stiano sbloccando alcuni impianti eolici fermi da anni. Per il fotovoltaico invece, una volta superata l’infelice bolla del 110% residenziale, i nostri governanti dovrebbero realmente investire sulle aziende per renderle quanto prima energeticamente autonome.

Cosa ci riserva la ricerca per il fotovoltaico?

DIGITALE: gli impianti saranno digitalizzati, in modo che la gestione sia semplice, intelligente ed efficiente. I vantaggi che potremo ottenere sono vari, tra i quali la decentralizzazione grazie a “prosumer” energetici interconnessi in modo da creare un’efficiente rete energetica non più dipendente da un distributore centrale rendendo minimi i rischi di blackout. Le scelte per gli utenti saranno più vaste, grazie ad una maggior competitività, senza dimenticare il risparmio in bolletta grazie all’autoconsumo e alle sempre più efficienti batterie di accumulo.

INTELLIGENZA ARTIFICIALE: La maggior parte degli impianti utilizzeranno l’AI per rilevare guasti, problemi e/o criticità prima che accadano e/o da remoto. Avremo impianti automatizzati, anche alcuni lavori spersonalizzanti o pericolosi verranno svolti da macchine programmate ad hoc. Inoltre, si pensa che nei prossimi anni gli impianti fotovoltaici si evolvano passando dall’adeguamento al supporto della rete elettrica.

MAGGIORE DENSITA’ DI POTENZA: grazie alla ricerca, il singolo modulo aumenterà la potenza di produzione e gli inverter avranno una manutenzione semplificata. Si pensa che in 5 anni, grazie ai nuovi semiconduttori e algoritmi di controllo avanzati, la potenza aumenterà del 50% a parità di dimensioni del modulo fotovoltaico.

Maurizio Meacci
Tutor Megà