Una delle obiezioni più comuni che ci sentiamo fare dai nostri clienti è: “se installo un impianto fotovoltaico, come farò in futuro a smaltire i pannelli?”
Innanzi tutto, fa molto piacere trovare clienti così attenti all’ambiente dove viviamo da preoccuparsi di come dovrà procedere per lo smaltimento tra 30 anni!
E si, oggi la vita media di un impianto fotovoltaico è di 30 anni. I primi impianti prossimi a questo traguardo sono stati montati negli anni ‘80 e, in alcuni casi, funzionano ancora piuttosto bene. Ovviamente la resa è molto inferiore alle potenze sempre maggiori che attualmente vengono utilizzate e questo potrà rappresentare un problema nel momento in cui, un impianto che oggi è all’avanguardia, magari tra 15 anni sarà da considerarsi già superato. Probabilmente questo fattore creerà la necessità di anticipare lo smaltimento per fare spazio a pannelli più performanti e meno ingombranti.
Attualmente, il loro smaltimento è regolamentato dal decreto legge 49/2014 emanato in seguito al recepimento della direttiva Europea sui RAEE 2012/19/UE.
Le modalità di smaltimento possono variare a seconda che si tratti di impianto domestico o aziendale, dalla potenza e se gode di un certo incentivo piuttosto che un altro.
Per gli impianti domestici e aziendali inferiori ai 10 kWp non sono previsti costi per lo smaltimento, solo nel caso in cui si sia beneficiato dei primi 3 incentivi del conto energia, il GSE tratterrà 12€ per ogni pannello al quindicesimo anno di vita dell’impianto. Tale somma sarà poi rimborsata a seguito di una verifica. Il proprietario dell’impianto dovrà compilare e far firmare al responsabile del centro di raccolta autorizzato un documento che attesti la corretta gestione dello smaltimento e che successivamente dovrà inviare al GSE per ottenere il rimborso. Per gli altri Conti energetici non è necessario trattenere alcunché perché la normativa prevedeva che per ottenere l’accesso al conto energia si dovessero installare solo pannelli il cui smaltimento potesse essere garantito dall’azienda produttrice.
Per impianti aziendali con potenze uguali o superiori ai 10 kWp, le operazioni di raccolta, trasporto, trattamento adeguato, recupero e smaltimento ambientale sono a carico del proprietario (solo se prodotti prima del 12 aprile 2014). Se sono stati acquistati successivamente a questa data gli oneri sono tutti a carico del produttore. Lo smaltimento dovrà essere sempre gestito da operatori professionali e consorzi autorizzati per tutte le varie operazioni necessarie. Sul sito www.cdcraee.it è possibile individuare consorzi e centri di raccolta autorizzati.
Anche per questa tipologia di impianto è prevista una quota di 10€ a pannello, che il GSE trattiene dal 11° al 20° anno dal contributo per i primi 3 conti energia. Sarà possibile richiedere il rimborso a fronte di un documento che attesti il corretto smaltimento, firmato dal responsabile del centro di raccolta. Per i conti successivi, nessun contributo è dovuto perché è già previsto lo smaltimento a carico del produttore dei pannelli.
I pannelli fotovoltaici posso essere una vera miniera di materiale utile da riciclare. È possibile recuperare plastica, rame, vetro polvere di silicio e alluminio in quantità elevate per ogni modulo:
- Vetro 15 kg
- Plastica 2,8 kg
- Alluminio 2 kg
- Polvere di silicio 1 kg
- Rame 0,14 kg
Questi materiali sono estremamente preziosi: la polvere di silicio può essere utilizzata nelle fonderie di ghisa, ma non può essere riciclata nei pannelli perché contiene delle impurità provocate dal vetro. Il vetro utilizzato per i pannelli è di altissima qualità, pertanto è molto richiesto e ben pagato! La plastica, invece, può trovare nuova vita in vasi e contenitori.
Confrontando lo smaltimento dei pannelli con quello di un’auto possiamo renderci conto di quanto quest’ultima produca pochi rifiuti inutilizzabili. Mediamente un’auto di 1,5 Tonnellate ha una vita di 10 anni, quindi dovremo smaltire 150 kg all’anno riciclando solo piccole quantità di materiale. Un pannello pesa circa 20 kg ha 30 anni di vita ed il 98% del materiale che lo compone è riciclabile!
Per tutti questi motivi, il riciclo di oltre 60 milioni di tonnellate di vecchi pannelli, previsto per il 2050, potrebbe rappresentare una risorsa invece di un problema!
L’intento dei produttori è quello di ridurre ulteriormente tutte le sostanze dannose, anche se presenti in piccole quantità, come cadmio gallio e selenio, attualmente non riciclabili.
Esiste inoltre anche un’alternativa allo smaltimento: riutilizzare i pannelli ancora funzionanti, creando un mercato parallelo per i paesi emergenti dove l’economia e le disponibilità finanziaria sono limitate. Tutto ciò permettere di evitare di smaltire i pannelli che non hanno ancora raggiunto il fine vita e che vengono sostituiti da moduli maggiormente performanti.
Maurizio Meacci
Tutor Energetico Megà