In questi ultimi tempi si sente parlare sempre più spesso di impianti fotovoltaici grazie al superbonus 110% e anche in relazione alla situazione ambientale mondiale. In questo articolo cerchiamo di fare un po’ di chiarezza in merito e di capire come determinare la potenza di produzione fotovoltaica di un impianto domestico che soddisfi i fabbisogni della famiglia.
Per prima cosa, è fondamentale capire se l’esposizione del tetto che abbiamo a disposizione permette un buon irraggiamento. Una certa importanza la riveste anche la forma e l’eventuale inclinazione del tetto. Un tetto inclinato permette di posizionare i moduli vicini l’uno all’altro, un tetto piano invece avrà bisogno di un po’ di spazio tra i moduli per evitare ombreggiamenti. In generale, se l’esposizione del tetto è a sud siamo sicuri di poter sfruttare un’illuminazione ottimale migliore rispetto ad altre esposizioni. Se è esposto totalmente a nord, forse è il caso di lasciar perdere quest’idea.
In base alla dimensione del tetto disponibile e alla potenza dei moduli fotovoltaici possiamo determinare quanto potrebbe produrre il nostro impianto. Dobbiamo tener conto anche di altri fattori importanti, primo fra tutti il “fabbisogno energetico” della nostra abitazione. Per saperlo è fondamentale quindi conoscere il consumo annuale, un dato che è quasi sempre riportato nella fattura di fornitura energetica.
Se il nostro fornitore ci mostra l’andamento energetico mese per mese con una tabella o un grafico significa che siamo in possesso dei dati necessari. Se invece non riporta lo storico, in quel caso serviranno le ultime 12 fatture mensili o le ultime sei fatture bimestrali; chi non ne è in possesso può contattare l’azienda fornitrice e farsele inviare via e-mail.
Conoscendo il consumo annuale possiamo determinare quanta potenza di produzione fotovoltaica è necessaria per coprire il fabbisogno della nostra abitazione. Se invece vogliamo convertire alcuni dei consumi di gas metano con l’energia elettrica, dobbiamo aumentare la capacità produttiva dell’impianto. Per esempio, se volessimo usare l’induzione al posto del gas da cucina dovremmo tener conto del consumo che tale soluzione avrà necessità per funzionare. Stessa cosa se volessimo riscaldare la nostra casa con dai fan coil o altri sistemi che non prevedono l’utilizzo del Metano, l’uso di colonnine di ricarica elettrica, ecc.
Ricordiamo che fino ai 6 kW fotovoltaica è possibile mantenere la Monofase e la 220 V, se superiamo tale soglia servirà un impianto trifase con tutto ciò che ne consegue, compreso il rifacimento dell’impianto elettrico non più idoneo.
Tenendo conto di tutti questi parametri, cerchiamo adesso di capire come si determina la potenza di produzione fotovoltaica necessaria: in rete esistono tabelle che riportano la producibilità annua zona per zona dell’Italia. Se vivete al nord avrete più ore di luce ma con intensità inferiore rispetto al centro, quindi una producibilità ridotta, ma se avete un tetto orientato a sud potrete produrre molto di più di uno orientato a nord al sud d’Italia. Mediamente partiamo dai 900/1.000 kW di energia generata per ogni kW di produzione installato su un tetto delle regioni del nord, passando ai 1.100/1.200 della Toscana ed Emilia-Romagna, ai 1.300/1.400 del Lazio e Campania, fino ai 1.500 del sud e delle isole. Ovviamente, se i pannelli non saranno orientati in maniera ottimale, la produzione risulterà inferiore rispetto ai dati sopracitati.
Adesso abbiamo tutto in necessario per capire di quanta potenza di produzione fotovoltaica necessita la nostra abitazione. Consideriamo il fabbisogno degli ultimi 12 mesi e sommiamo il fabbisogno futuro, considerando anche l’energia elettrica che andrà a sostituire il metano. Suddividiamo tale consumo per la producibilità della zona in cui la nostra casa è situata tenendo conto dell’orientamento e dell’inclinazione del nostro tetto. Ricordiamo che, laddove è possibile ottenerla, è consigliabile una producibilità leggermente superiore al necessario, in quanto nel tempo i consumi tenderanno a crescere e, di contro, i moduli tenderanno a perdere efficienza. Ricordiamo anche che l’energia non utilizzata in autoconsumo potremo stoccarla negli accumulatori e/o rivenderla al GSE ricevendo mediamente 13 cent al kW. Questa tariffa è generata dal costo dell’energia prodotta e rivenduta e dagli oneri che lo stato ci riconosce se la quantità che vendiamo insieme a quella autoprodotta non supera il fabbisogno. Nel caso di superamento, viene riconosciuta solo la tariffa di vendita dell’energia senza gli oneri di sistema. Tale condizione è stata creata per scoraggiare la produzione energetica al fine di venderla, lo stato incoraggia il cittadino a diventare “Prosumer” ovvero produttore-consumatore grazie agli incentivi che ha messo a disposizione: superbonus 110% e sconto in fattura del 50% e del 65%.
Per evitare di fare tutti questi calcoli e rilievi, ti basta approfittare della consulenza di un “Tutor Megà”. Potrai ottenere, senza alcun costo, un progetto personalizzato per la tua abitazione che terrà conto di tutti gli aspetti, considerando anche la parte termica, gli infissi, il cappotto e tutti gli altri interventi necessari per evitare dispersioni energetiche e che permetta di salvaguardare il nostro ambiente così fragile.
Maurizio Meacci
Tutor Megà